Chat GPT, o ChatGPT, è un chatbot sviluppato dalla società di ricerca sull’intelligenza artificiale OpenAI e rilasciato il 30 novembre 2022.
Ha una serie di funzioni diverse, tra cui rispondere a domande, risolvere equazioni matematiche, scrivere testi, eseguire il debug, spiegare un blocco di codice, creare riepiloghi di testo, classificare cose, ecc. e. Insomma ha una vasta gamma di funzioni che hanno il potenziale per semplificare la vita quotidiana di molte persone.
Secondo il New York Times, il CEO di Alphabet ha emesso un “codice rosso” in risposta all’ascesa nell’uso del bot AI ChatGPT e dei rischi che può comportare per il business di Google. E infatti il motivo per cui è stato descritto come un’alternativa a Google è perché è in grado di fornire molte delle stesse funzioni che il celeberrimo motore di ricerca fornisce attualmente agli utenti.
Ovviamente l’innovazione può essere anche adottata per altri scopi: alcuni ricercatori hanno trovato un criminale informatico che discuteva di come avesse usato il bot per creare un marketplace del Dark Web automatizzato per la compravendita di dati di conti bancari e carte di pagamento rubati, strumenti malware, droghe, munizioni oppure può essere adottato dai cybercriminali per scrivere malware e phishing.
ChatGPT è utilizzato anche per effettuare le traduzioni, per scrivere testi, canzoni e poemi e dunque potrebbe essere una minaccia per differenti categorie professionali, tra le quali anche quella degli interpreti e dei traduttori.
In realtà non sono preoccupata e argomento brevemente il mio pensiero riconducendomi al matematico inglese che nel 1950 diede inizio al campo di ricerca dell’intelligenza artificiale (anche se il termine fu coniato 5 anni dopo da John McCarthy). Il test di Turing stabilisce che un algoritmo può essere definito intelligente se è in grado di imitare in maniera indistinguibile il comportamento umano, il c.d. imitation game. Ecco! E’ questo a mio avviso il cuore del problema: si tratterà sempre di un’imitazione dell’originale, ovvero del pensiero umano.
E quindi nessuna visione dicotomica, ma un approccio basato sulla complessità, abbracciando il futuro e le innovazioni, che potranno e dovranno sempre essere utilizzate per supportarci e per migliorare la nostra attività professionale e la nostra vita quotidiana, ma nella consapevolezza dell’unicità umana!