A gennaio sono stati pubblicati i dati della ricerca Excelsior (realizzata da Anpal e Unioncamere): nel primo trimestre del 2022 le aziende hanno programmato 1,2 milioni di contratti di lavoro, con un incremento positivo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma con una crescita dell’indicatore della difficoltà di reperimento del personale ricercato dalle aziende.
Una difficoltà che si affianca al c.d. fenomeno della Great Resignation che sta arrivando anche in Italia, con un aumento delle dimissioni volontarie di lavoratori.
Che succede dunque in Italia?
Anche nel nostro Paese sono presenti molti dei fattori che determinano la Great Resignation altrove: tra le cause delle dimissioni la ricerca di migliori opportunità e paghe più alte, una maggiore attenzione alla tutela del proprio benessere e l’aspirazione a un “work-life balance” più sostenibile. Fattori che rappresentano motivi di dimissioni di tipo intergenerazionale e in particolare per i Millennials.
Oltre a questo trend che diventa rilevante in Italia le aziende evidenziano grandi criticità nel reperire personale: in particolare la mancanza di candidati è il motivo della difficoltà maggiormente segnalato dalle imprese (22,2%), seguito dalla preparazione inadeguata. Tale inadeguatezza purtroppo è generalizzabile anche al tema delle competenze linguistiche: secondo il report annuale EPI (English Proficiency Index), l’ente che rileva il livello di conoscenza dell’inglese, la padronanza della lingua da parte degli italiani è fra le più basse d’Europa. Siamo 36esimi al mondo e 26esimi nel continente, staccati di venti punti dal gruppo di testa (Olanda, Svezia, Norvegia, Danimarca) ma anche di dieci punti da Paesi che hanno implementato nei programmi scolastici lo studio della lingua solo negli ultimi decenni, come la Polonia e il Portogallo.
Questi dati e questi indicatori forniscono dunque una chiave di lettura interessante e in divenire: il mondo del lavoro è cambiato e sta cambiando ulteriormente, ma resta il punto fermo delle competenze (incluse quelle linguistiche) e la necessità di interpretare al meglio i bisogni e fabbisogni dei lavoratori del presente e del futuro!